L’alleanza delle associazioni ambientaliste riunite in “Sardegna Rinnovabile” (formata da WWF Italia, Legambiente, Greenpeace Italia e Kyoto Club) valuta molto positivamente il ruolo attivo che Enel, con il suo massimo esponente, l’A.D. Francesco Starace, ha dichiarato di voler giocare per la decarbonizzazione accelerata dell’isola, saltando il passaggio del gas. In attesa di approfondire i particolari, in vista della prossima uscita dal carbone, è senza dubbio un bene che si mettano in luce le potenzialità dell’elettrificazione e i vantaggi del salto tecnologico. Sardegna Rinnovabile si augura anche che le dichiarazioni del ministro Cingolani possano preludere a una spinta da parte del governo in questo senso, anche per coagulare le necessarie risorse pubbliche e private, come già assicurato nei mesi scorsi dalla viceministra allo Sviluppo Economico Alessandra Todde.
Portare il gas in Sardegna adesso sarebbe davvero uno spreco di risorse pubbliche e di soldi dei cittadini (in bolletta), dal momento che le alternative tecnologiche a carbonio zero sono già disponibili. Inoltre, fare della Sardegna la prima grande isola a carbonio zero sarebbe un formidabile volano economico che esalterebbe tutta la ricchezza e le potenzialità dell’isola.
Ci auguriamo che le forze vive della Sardegna, dai Comuni agli agricoltori alle piccole e medie imprese, con molte delle quali la nostra alleanza ha già svolto iniziative e condiviso proposte, colgano questa come un’opportunità per mettere in campo ulteriori iniziative e realizzare la visione alla base di “Sardegna Rinnovabile”.
I cittadini sardi lo hanno già capito da tempo, come ha dimostrato il nostro sondaggio dell’ ottobre scorso dal quale emergeva che una maggioranza schiacciante (84%) dei cittadini sardi auspica che, dopo la chiusura delle centrali a carbone, l’energia in Sardegna vada prodotta con fonti rinnovabili e che nel confronto tra metano e fonti rinnovabili, sono queste ultime a vincere nettamente la sfida: sono preferite da oltre otto sardi su dieci (86% per le rinnovabili, 9% per il gas).
Le polemiche con cui alcuni esponenti politici, industriali e sindacali hanno accolto l’ipotesi dell’elettrificazione e di 100% energie rinnovabili, peraltro dimostrano invece che una parte della classe dirigente sarda è assai più indietro dei cittadini e delle imprese che dovrebbero rappresentare.
Negli approfondimenti politici, peraltro, va anche posta una visione del futuro possibile sviluppo dell’isola, non ancorandosi ad alcune realtà fortemente assistite, ma capendo come può svilupparsi in modo avanzato e davvero sostenibile il ruolo anche manifatturiero dell’isola.
Insieme alla necessaria accelerazione dei lavori per la rete di trasmissione elettrica (volto a garantire la sicurezza energetica dell’isola in un contesto anche europeo), l’accelerazione dell’elettrificazione, delle rinnovabili e, sottolineiamo, dell’efficienza energetica costituiscono una formidabile opportunità di sviluppo dell’isola. Il 2025 può e deve segnare la data dell’uscita della Sardegna non solo dal carbone, ma dal carbonio, in linea con le tendenze a livello mondiale.