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La dorsale sarda del metano non serve alla Sardegna. Il WWF per un’isola 100% rinnovabile e a emissioni Zero.

Il WWF esprime soddisfazione sulla posizione presa dal Mise (Ministero delle Infrastrutture e Sviluppo Economico) che ha dato parere negativo sugli emendamenti del decreto semplificazione presentati da alcuni parlamentari sardi, spiegando che la realizzazione della dorsale o metanodotto non è la soluzione ottimale per la transizione energetica, evidenziando inoltre uno squilibro costi-benefici. Il WWF ha studiato attentamente la questione e ha evidenziato l’inutilità di quest’opera, un’infrastrutturazione impattante sul territorio e sugli habitat naturali, un progetto ormai obsoleto e molto costoso per i Sardi. Un’opera che avrebbe avuto senso alcuni decenni fa, ma ormai superata dalle nuove tecnologie della produzione da fonte rinnovabili; inoltre la metanizzazione della Sardegna ostacolerebbe la possibilità di dar vita rapidamente a una Sardegna 100% rinnovabile a emissioni Zero. Un’isola che ha enormi potenzialità nell’economia rinnovabile e può da subito puntare a una visione futura incentrata sulla sostenibilità, al contrario il progetto della dorsale non consentirebbe di investire sulle energie rinnovabili in tutti i settori, alleggerendo così progressivamente la dipendenza dalle importazioni di gas, carbone e petrolio. La Sardegna potrebbe fare da apripista verso nuovi scenari che conducano a una neutralità climatica prima del 2050. Affinché questo avvenga è necessario decarbonizzare il sistema energetico in modo da raggiungere emissioni Zero di CO2, sviluppando un settore energetico basato su risorse rinnovabili. Si pensi a quanto accaduto nelle Isole Hawaii, in cui il Governo nel 2015, dopo numerose discussioni ha approvato l’obiettivo di raggiungere nei prossimi anni il 100% di elettricità rinnovabile, attraverso ad esempio una larga diffusione di sistemi fotovoltaici sui tetti. Ma non solo, per raggiungere quote ancora più elevate di rinnovabili si punta anche ad impianti eolici off-shore galleggianti. La continua riduzione del prezzo dell’elettricità rinnovabile ha inoltre facilitato la diffusione del solare e dell’eolico. E su questa strada potrebbe muoversi anche la Sardegna puntando su una rapida diffusione della mobilità elettrica, sul fotovoltaico abbinato all’accumulo, in modo che sia un “polmone” sufficientemente ampio da poter garantire l’ottimale utilizzo dell’energia elettrica prodotta. L’elettrificazione resta la strada più coerente con le politiche di decarbonizzazione sull’orizzonte di lungo termine, insieme allo sviluppo dell’idrogeno verde. Dalle isole potrebbe partire questa rivoluzione green, diventando paradiso delle rinnovabili. “Decarbonizzazione per il Wwf è anche giusta transizione che promuova il lavoro – ha dichiarato Carmelo Spada delegato per la Sardegna dell’associazione ambientalista – infatti a fronte di 1 posto di lavoro prodotto dalle obsolete e climalteranti fonti fossili, ben 3 sono quelli che si possono generare grazie alle fonti rinnovabili, ed enormemente più alto risulterebbe il dato occupazionale se in Sardegna si intraprendessero le Bonifiche dei Siti di interesse Nazionale e i piani di adattamento al cambiamento climatico (incluse le opere di manutenzione del territorio e del dissesto idrogeologico). Per non parlare degli altri settori dell’economia decarbonizzata ad alta innovazione”.

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